Ruoli interdipendenti tra padre e madre – Il ruolo del padre è funzionale a quello della madre, cioè tra i due vi è un’intrinseca connessione e interdipendenza. Non è un’affermazione teorica, ma una constatazione che deriva dall’esperienza quotidiana. I due quando costituiscono coppia entrano in un processo relazionale complesso, che presenta molteplici aspetti da analizzare. Ciò che caratterizza la costituzione della coppia sono l’interazione e la comunicazione tra due persone, entrambe caratterizzate dalla loro storia:
– da una storia personale pre-coppia, un periodo durante il quale ciascuno ha strutturato la propria personalità; questa storia è costituita da atteggiamenti, comportamenti, valori, che sono il fondamento delle modalità, con cui ciascuno ha imparato a reagire e a comportarsi di fronte ai problemi e alle situazioni varie della vita, compresa quella della coppia;
– dalla storia della propria corporeità. I due con una identità psicosessuale differente hanno vissuto e vivono il proprio corpo, ciascuno in relazione a se stesso e all’altro;
– dalla storia costituita da una serie di attese nei confronti del partner e dell’unione coniugale, che hanno radici in aspetti consci e inconsci, che si manifestano con richieste, silenzi, proteste, apprensioni, sopportazioni, malumori, allontanamenti affettivi, tentavi di avvicinamento, riappacificazioni, rotture.
Il figlio nella struttura della coppia – I due vivendo insieme costituiscono una struttura, una realtà, che si presenta sotto due dimensioni:
a) una visibile, constatabile attraverso i comportamenti, gli atteggiamenti, il modo di relazionarsi;
b) un’altra invisibile, interna, ma reale, fatta dal tessuto psico-affettivo, con cui i due vivono se stessi e l’altro e si sentono dentro la coppia, la sentono propria o sono parzialmente dentro o in una situazione marginale.
E’ in questo tessuto e vissuto psicoaffettivo, in questo clima relazionale, solido o fragile, che viene concepito il figlio e che l’uomo svolge la propria funzione di padre. Di norma, la maggior parte dei figli nasce in questa struttura, in cui i due, iniziata la storia della coppia, stanno continuando a costruirla, ma non è detto che debbano continuarla.
Vi sono, cioè, delle dinamiche relazionali tra di due, che il figlio trova già strutturate, in cui si inserisce e che contribuisce a modificare con una presenza esplosiva. Si ritrova in una realtà affettiva e interattiva precostituita, ma in fase di trasformazione, con disponibilità, resistenze e opposizioni, che entrambi, ciascuno con le proprie modalità, pongono nella nuova realtà familiare con la venuta del figlio.
Darsi il potere genitoriale – Il bambino non sa che i due genitori possono essersi reciprocamente confermati in questa identità di coppia e nella differenziazione di personalità e di ruoli, oppure vivere in una fase di falsa identità o di difficoltà nell’accettazione delle diverità e dei ruoli assunti da ciascuno. Entrambi, infatti, possono trovarsi in una profonda crisi di identità sia personale sia di coppia. Il concepimento può avvenire in queste diverse situazioni e il bambino con la sua presenza va a modificare il corso della storia della vita della coppia.
Il nascituro aggiunge un nuovo ruolo, quello genitoriale: i due diventano padre e madre, e la coppia si trova a vivere una nuova realtà, che si amplia e diviene famiglia.
Nel processo di maturazione della coppia, i due come dovrebbero confermarsi costantemente nel ruolo differenziato di marito e di moglie, così dovrebbero costantemente riconfermarsi nel ruolo di padre e di madre. Si tratta di darsi reciprocamente il potere di svolgere sia il ruolo di coniuge sia quello di padre e di madre.
Darsi il potere significa confermare e ri-confermare nel quotidiano, di fronte al figlio e alle altre persone, attraverso gesti e parole, il valore e l’importanza della funzione e del ruolo dell’altro, della sua maternità e paternità. Ciò comporta la corresponsione delle difficoltà e la condivisione e il coinvolgimento nella vita quotidiana. Il padre conferma la donna nella sua maternità e lei conferma l’uomo nella sua paternità.
Anche se è la donna a rendere l’uomo padre biologico, é pure la donna che lo rende psicologicamente padre: a lui spetta accettarsi come padre e biologico e affettivo.
E’ l’uomo che rende madre una donna, tuttavia la donna ha in sé le potenzialità per viversi la maternità al di là dell’uomo, anche quando questi non accetta la corresponsabilità della genitorialità. [Gilberto Gobbi, Il padre non è perfetto, Ed. Vita Nuova, Verona 2004, pp. 27-29]
Gilberto Gobbi
Sorgente: IL PADRE NELLA COPPIA (Gilberto Gobbi) | Tempo e Spazio. Il blog di Gilberto Gobbi