Continuando l’analisi dello Standard sull’educazione sessuale in Europa, (OMS) verifichiamo come il documenta insista sulla necessità di iniziare precocemente l’educazione sessuale dei bambini, per cui vi è l’elaborazione delle schede già dallo 0 ai 4 anni. Va sottolineato che prima afferma che lo sviluppo del bambino deve seguire i suoi stadi evolutivi, poi dice che occorre attivare un’educazione sessuale precoce.
Se l’educazione sessuale deve essere rapporta allo sviluppo degli stadi, non può essere precoce, perché significherebbe anticipare i contenuti sessuali rispetto allo stadio relativo. La contraddizione è evidente. Ci si chiede allora: perché anticipare?
Secondo lo Standard l’educazione sessuale va anticipata per creare competenze e atteggiamenti, pertanto gli argomenti sono proposti idealmente prima che il bambino/ragazzo raggiunga lo stadio evolutivo corrispondente in maniera da prepararlo ai cambiamenti imminenti”.
Così non vi sarà mai coincidenza tra la vera età del bambino e i contenuti trasmessi, perché, secondo queste indicazioni, essi verranno anticipati allo stadio precedente.
Con queste premesse psicopedagogiche contraddittorie, non ci si dica che la centralità educativa è il bambino, ma la volontà degli esperti che stabiliscono, secondo criteri ideologici, ciò che viene insegnato e quando insegnare. Tutto ciò in barba a miglia e miglia di pagine scritte sul bambino, sul suo sviluppo, sui suoi veri bisogni e sul rispetto per la sua crescita.
La dittatura degli esperti è qualcosa di abominevole, perché fondata sulla manipolazione della psiche umana e sull’asservimento della realtà al proprio piacere.
Quali le conseguenze, a livello psicologico, sulla formazione dell’identità psicosessuale e sulla maturazione globale della personalità del bambino? La destabilizzazione e la destrutturazione dell’identità sessuale, che è in fase di fase di consolidamento, creano una umanità de-sessualizzata. In nome e per conto di chi? Della psicologia? Del potere? Di chi? Si avrà un’umanità senz’anima da dominare facilmente.
Gilberto Gobbi